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Duet: O sdegni tacete

Componist: Verdi Giuseppe

Opera: Les vêpres siciliennes

Rol: Arrigo (Tenor)

Rol: Elena (Sopraan)

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Elena, uscendo dalla prigione a sinistra, condotta dall'Ufficiale, che le mostra Arrigo e si ritira.

ELENA
avanzan dosi e riconoscendo Arrigo getta un grido
O sdegni miei tacete - fremer mi sento il core...
Forse a novel tormento mi serba il traditore!

ARRIGO
supplichevole
Volgi il guardo a me sereno
Per pietà del mio pregar;
Mi perdona, o lascia almeno
Che al tuo piè poss'io spirar!

ELENA
fieramente
Del fallir mercede avrai
Nei rimorsi del tuo cor!
Il perdono... a te?... giammai!
Non lo speri un traditor!

ARRIGO
Non son reo! tremendo fato
D'onta e lutto mi coprì;
Fui soltanto sventurato,
Ma il mio cor giammai tradì!

ELENA
Non sei reo, ma accusi il fato,
Che d'obbrobrio ti coprì;
Preghi il cielo, sciagurato,
Che fai tristi i nostri dì!...
Non fu tua mano, o indegno
con sdegno
Che disarmò il braccio
Allor che il ferro in core
Vibrava del tiranno?

ARRIGO
con accenno di disperazione
Il padre mio!

ELENA
Tuo padre!

ARRIGO
Ahi! nodo orribile,
Fatal legame è questo!
Mortale, orrendo vincolo
Per sempre a me funesto!
Eternamente a perdermi
Mel rivelava il ciel.
Che far dovea, me misero!
In bivio sì crudel?
Tu del fratello ai lemuri
Te stessa offrivi invano;
Io di più feci: al barbaro
Sacrificai l'onor!

ELENA
commossa
O rio, funesto arcano
O doppio mio dolor!
Se sincero è quell'accento,
Compatisci al suo dolor,
Tu, che vedi il suo tormento,
Tu, che leggi in fondo al cor!
Ma gli aborriti vincoli?...

ARRIGO
Già li distrusse amore!
La vita ch'egli diedemi
Ho resa al genitore;
Omai di me son libero;
Riprendo l'odio antico!

ELENA
Ma il nome, le dovizie?...

ARRIGO
Le sprezzo. E mio nemico.
Da lui vogl'io sol chiedere
Del mio soffrir mercé,
Il don di poter vivere,
O di morir per te